Attualmente l’EEG è considerato l’unico metodo per diagnosticare l’epilessia in modo affidabile. Secondo il team di ricercatori di Roland Wiest la situazione potrebbe presto cambiare con l’aiuto della Lega Svizzera contro l’Epilessia.
Chi si è già trovato nel tubo per la tomografia a risonanza magnetica (MRI) sa che non è un’esperienza piacevole. Ma se servisse a evitare l’impianto di elettrodi nel cervello?
Il Prof. Roland Wiest dell’Inselspital di Berna, con i suoi colleghi co-premiati Prof. Kaspar Schindler e Dott. Claus Kiefer, punta a sviluppare niente meno che un nuovo metodo per dimostrare l’attività epilettica, il quale dovrebbe integrare lo sperimentato EEG. Grazie al nostro Premio per la promozione della ricerca, con una dotazione di 25’000 franchi, ora il team ha la possibilità di realizzare questo promettente progetto.
Dritto al centro
Ora gli scienziati misurano gli effetti di campo magnetico nella testa delle persone dopo una prima crisi epilettica, in quanto subiscono modifiche in presenza di un’attività epilettica e il progetto intende studiarne l’esatto funzionamento. “Al contrario dell’EEG, il nuovo metodo funziona senza problemi anche all’interno del cranio”, spiega Wiest.
Per un’operazione, che fino ad ora rappresenta l’unico modo per guarire dall’epilessia, è importante conoscere con esattezza il focolaio epilettico. Se è ubicato in profondità nel cervello, ora è ancora necessario impiantare elettrodi per l’EGG mediante un intervento chirurgico. “Se tutto andrà come speriamo, in futuro in alcuni casi potremo invece evitare l’impianto di sensori”, spiega Wiest.
Per il nuovo metodo sono ipotizzabili anche altre applicazioni. Nella sua laudatio il Dott. Klaus Meyer, membro del Comitato direttivo della Lega, ha infatti affermato: “In caso di successo il progetto avrebbe un’importanza che andrebbe al di là dell’epilessia”.